«Tutti i piloti sanno di rischiare molto in gara ed è questa consapevolezza che li spinge a essere sempre presenti e in tensione», dice il campione automobilistico. «Combattiamo per vincere e non possiamo essere amici».
Montecarlo, giugno
In corsa per il titolo mondiale di Formula Uno 1985, Elio de Angelis sta ottenendo ottimi risultati: primo a Imola, terzo in Brasile e a Montecarlo e quarto all’Estoril. Nato a Roma il 26 marzo 1958 sotto il segno dell’Ariete, Elio ha corso 88 Gran Premi, vincendone due. Ha esordito in Formula Uno nel ’79 e nell’84 è arrivato terzo nel mondiale, ora gareggia insieme con il suo compagno di squadra, Ayrton Senna, per la Lotus-Renault.
Elio, temi di più i team rivali o il tuo compagno Senna?
La nostra è una lotta “in famiglia” e vincerà… il migliore. Certo, ci sono squadre avversarie ben agguerrite come la McLaren e la Ferrari che possono arrivare al titolo e poi la Williams che potrebbe tirare fuori dal “cilindro” qualche arma micidiale.
Sei amico di Senna?
Si combatte per vincere, in gara. L’amicizia non rientra in questo genere di rapporti.
Ma ti è simpatico o antipatico?
Abbastanza simpatico.
Sulla pista hai una gran grinta, ce l’hai anche nella vita?
Credo di avere le stesse caratteristiche: mi piace la competitività e cerco di affrontare i problemi con calma per riuscire a risolverli.
Si presume che i piloti siano sprezzanti del pericolo: è vero?
No, se uno è intelligente, ha paura. Le auto che pilotiamo sono strumenti piuttosto pericolosi. Comunque, quando sei al volante non ci pensi.
Da bambini si dice spesso che si vorrebbe diventare idraulici, pompieri o tranvieri. Come rispondevi a questa domanda?
Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto fare il pilota, almeno fin da quando ho cominciato a ragionare.
Sei figlio unico?
No, siamo in quattro: tre maschi e una femmina. La passione per l’auto ha contagiato anche i miei fratelli. Infatti, Roberto e Andrea sono stati entrambi campioni italiani di go-kart, mentre la mia sorellina, pur essendo appassionata di corse, non ha velleità competitive.
Tu sei scapolo, ma sei legato sentimentalmente?
No. Non ho tempo per l’amore in questo momento.
Non sei nemmeno un po’ innamorato?
Sono stato innamorato prima di correre. Avevo più tempo per me stesso.
Non hai paura di diventare un po’ arido? Qualche volta è abbastanza triste ritrovarsi solo, senza aver accanto qualcuno di speciale, no?
Diventa ancora più triste essere sposati da vent’anni e sapere di non poter dire più niente alla propria donna. Io penso che, nella vita, un uomo si deve poter realizzare a prescindere dalla compagnia.
Che effetto fa avere tante donne che spasimano per te?
Mi fa piacere perché sento che sono vivo nei loro cuori, che rappresento un qualcosa.
Ma interessi come personaggio e non come persona.
Quando troverò la ragazza che mi vorrà conoscere davvero e io sarò disponibile, allora probabilmente avverrà un incontro storico.
Quanto sei disponibile in generale verso gli altri?
Sicuramente molto poco, perché questo lavoro mi assorbe completamente.
Dove e con chi vivi?
A Roma e a Montecarlo, da solo.
Come organizzi la tua vita domestica?
Mi arrangio benissimo. Certe volte cucino anche.
Sei un bravo cuoco?
Come tutti gli italiani sono in grado di fare un’ottima pastasciutta. Insomma, sopravvivo egregiamente, anche se devo ammettere che i momenti di vera solitudine sono piuttosto rari: c’è sempre qualche amico che viene a trovarmi. Poi, quando ho un po’ di tempo libero, vado in Sardegna a trovare i miei genitori dove, oltre a trovare tutto sempre pronto, posso divertirmi a pescare.
Hai altri hobby?
Adoro suonare il pianoforte. Sono sedici anni che lo faccio. Appena ho un minuto libero, strimpello a più non posso.
Cosa ami suonare?
La mia musica.
Componi, dunque: che tipo di musica?
Dal blues al sound moderno.
Hai mai pensato di far diventare la musica una professione?
Prima ci sono le corse.
Voi piloti guadagnate cifre da capogiro. sei oculato nel maneggiare il danaro?
Cerco di mettere via tutto quello che posso perché, anche se non guadagno quanto i tennisti, è meglio approfittare dei momenti fortunati.
Hai mai avuto problemi economici?
No, non mi è mai mancato nulla. È proprio il mio carattere da formichina a farmi risparmiare.
A proposito di fortuna, molti sportivi sono superstiziosi e scaramantici. tu lo sei?
Io ci rido sopra. Anche se all’inizio della mia carriera un po’ ci credevo: mettevo un guanto prima dell’altro e così via… Poi, fatalmente, una volta me ne sono dimenticato e sono arrivato primo. Da allora, passo tranquillamente anche sotto le scale.
Preghi, prima di una corsa?
Dipende. Ho un rapporto molto particolare con Dio.
Esiste una persona che non dimenticherai mai?
Colin Chapman. È stato il primo a darmi la possibilità di salire su un’auto competitiva e il primo a credere in me. Di questo gli sarò sempre grato.
Se, per assurdo, potessi rincontrarlo per pochi minuti, c’è qualcosa che vorresti dirgli?
No, mi basta quanto ci siamo detti fino alla sua morte: ha creato un tale rapporto che mi accontenterei di stargli vicino.
Il tuo, sembra il quadro di una persona sicura e serena, ma ci saranno momenti di malinconia: come li superi?
Mi sfogo al pianoforte.
© 1985 Onda Tivu • Di Maria Teresa Fusaro • Published for entertainment and educational purposes, no copyright infringement is intended